Antibiotico-resistenza, un grave problema in aumento

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Antibiotico-resistenza, un grave problema in aumento

8 novembre 2019

A partire dalla seconda metà del XX secolo la scoperta degli antibiotici in medicina è stata rivoluzionaria. Gli antibiotici hanno contribuito in modo determinante ad impedire la diffusione delle infezioni batteriche, riducendone al minimo le complicazioni gravi. Si pensi, ad esempio, alla penicillina nei casi di polmonite.
Il successo, però, in passato, ha portato erroneamente la popolazione a farne  un uso eccessivo, e spesso inutile, anche per curare infezioni virali verso le quali gli antibiotici non hanno alcuna efficacia. Senza considerare, poi, che l’antibiotico attacca tutti i batteri presenti nel corpo, anche quelli che svolgono attività benefiche per l’organismo. La conseguenza più grave, oltre ad un indebolimento delle difese immunitarie dell’organismo, è la creazione di “super batteri” antibiotico-resistenti.
Malgrado siano state investite risorse ed energie al fine di aumentare la conoscenza dei meccanismi di resistenza e nella ricerca di molecole sempre più efficaci, la comparsa di resistenze agli antibiotici è al momento più veloce dello sviluppo di nuove molecole.

I dati sono allarmanti e ci avvisano del fatto che stiamo entrando in un mondo in cui infezioni comuni diventano sempre più difficili - e talvolta impossibili - da trattare. In Italia, la proporzione di infezioni resistenti agli antibiotici è cresciuta da 17% nel 2005 a 30% nel 2015 e potrà raggiungere il 32% nel 2030, se il consumo di antibiotici, la crescita demografica e la crescita economica dovessero continuare a seguire gli stessi trend.  Questo fenomeno ha raggiunto proporzioni tali da indurre varie istituzioni internazionali a lanciare l’allarme.

Ecco una sintesi delle principali azioni da evitare per un uso consapevole degli antibiotici:

  • usare gli antibiotici senza che siano stati prescritti dal medico;
  • non rispettare gli intervalli di tempo tra una dose e l’altra;
  • non completare la cura e conservare l’antibiotico avanzato per un eventuale uso futuro;
  • condividere i nuovi antibiotici con quelli rimasti inutilizzati;
  • prendere antibiotici per curare infezioni virali (come il raffreddore o l’influenza) contro cui sono inefficaci.

In media, 10.780 persone muoiono ogni anno in Italia a causa di un’infezione da uno degli otto batteri antibiotico resistenti. Si stima che entro il 2050, un totale di circa 450 000 persone morirà a causa dell’antibiotico resistenza.

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